BAMBINI E SCHERMI: SE STESSIMO SBAGLIANDO TUTTO?
➡️ LO DICE LA SCIENZA
Gli schermi fanno parte della vita di ognuno di noi e, inevitabilmente, di quella dei bambini. Molte persone usano cellulari o tablet per far mangiare i propri figli, altri per farli rilassare prima di andare a letto, altri ancora per tenerli occupati durante il giorno.
Sono davvero le scelte migliori?
Quali sono le conseguenze di queste decisioni?
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I bambini che a 2-3 anni passano più tempo davanti allo schermo tendono ad essere meno attivi, e poi sedentari, già in età prescolare e scolare
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Il cervello in età infantile è estremamente plastico e viene condizionato dalle esperienze a livello strutturale
L’utilizzo eccessivo di schermi condiziona negativamente lo sviluppo di aree del cervello relative all’alfabetizzazione e alle funzioni esecutive.
L’OMS indica come ZERO il numero di minuti a cui i bambini sotto i due anni possono essere esposti agli schermi (in maniera diretta o indiretta). I bambini sotto i 5 anni hanno a disposizione un massimo di 60 minuti al giorno, non per forza consecutivi da passare davanti a TV, PC, tablet o cellulari.
È importante che i bambini non vengano lasciati da soli davanti agli schermi ma che siano SEMPRE accompagnati da un adulto che possa seguirli, con varie spiegazioni, ciò che si sta vedendo
Guardare TV, o altro, non deve per forza essere un’attività passiva, ma può trasformarsi in un momento interattivo, fra adulto e bambino, dal quale trarre spunto per raccontare storie o affrontare, in maniera allegorica, temi di ampia natura.
In una società che è perennemente immersa negli schermi, sia nel tempo libero che nel lavoro, educare i bambini ad una vita immersa nel “mondo reale” porterà vantaggi anche ai genitori, che avranno più possibilità per passare del tempo di qualità con i propri figli.
Fonte:
OMS – Guidelines on physical activity, sedentary behaviour and sleep for children under 5 years of age
https://www.thelancet.com/journals/lanchi/article/PIIS2352-4642(20)30005-5/fulltext
https://www.thelancet.com/journals/lanchi/article/PIIS2352-4642(19)30424-9/fulltext